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Respirare è una conversazione con il paesaggio, un processo del vivente che anima, - insuffla - l'ambiente, poiché da esso trae pulsazioni e possibilità, in una interdipendenza che poggia su un metabolismo cosmico.
Si tratta di un processo poroso: per respirare occorre aria, qualità di legami, di futuri possibili, contesti in cui molte altre persone possono respirare, sperare, e sentire di poter respirare in e attraverso l'altrÉ™, in una reciproca accoglienza.
La respirazione impegna tutti gli esseri viventi, contamina il mondo con le esistenze e viceversa dunque compromette, conduce a una messa in gioco collettiva.
Come possono le arti performative ritagliare le proprie (cre)azioni sul presente, mostrarne le ferite, rivendicarne la vulnerabilità esposta?
Senza desideri di esaustività, la quarta edizione del festival Respiro raccoglie e propone artistÉ™ che interrogano il contemporaneo con quesiti incalzanti e modalità indocili.
Di Cagliari si mostrano ferite e complessità, dell'arte conflitti irrisolti e lotte gioiose.
È proprio questa l'essenza di quello che può fare l'arte: materializzare l'aria, rendere esplicita e letterale l'atmosfera, la sua grande diversità, le sue trasformazioni e dire cosa produce su di noi
Marielle Macè
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